Discorso diretto vs. discorso indiretto: come riportare correttamente in inglese

La lingua inglese, come molte altre lingue, offre due modi principali per riportare ciò che qualcun altro ha detto: il discorso diretto e il discorso indiretto. Queste due forme di discorso permettono al parlante di riprodurre le parole altrui in modo letterale o parafrasato. Tuttavia, ciascuna di queste forme ha regole grammaticali specifiche che è essenziale comprendere per utilizzarle correttamente. In questo articolo esploreremo in modo approfondito le differenze tra il discorso diretto e indiretto in inglese, con esempi dettagliati e spiegazioni su come passare dal discorso diretto a quello indiretto.

Questo argomento è particolarmente importante per gli studenti di inglese, poiché capire come riportare correttamente ciò che gli altri dicono o pensano è essenziale in situazioni quotidiane, nelle conversazioni formali e nella scrittura accademica. L’obiettivo di questo articolo è fornire una comprensione completa del discorso indiretto, affinché tu possa applicarlo efficacemente in diversi contesti.

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1. Cos’è il discorso diretto?

Il discorso diretto è il modo più semplice per riportare ciò che una persona ha detto. Comporta la riproduzione delle parole esatte senza alcuna modifica. In inglese, queste parole vengono messe tra virgolette per indicare che si tratta di una citazione testuale.

Questa forma di discorso è comune nelle conversazioni quotidiane, nelle interviste, nelle narrazioni letterarie e nei reportage giornalistici. Nel discorso diretto non si effettuano cambiamenti ai tempi verbali, ai pronomi o alle espressioni di tempo e luogo, poiché si ripetono semplicemente le parole originali.

Esempio:

  • Diretto: John said, “I am going to the store.”

In questo caso, le parole esatte di John vengono riprodotte senza alcun cambiamento. Le virgolette indicano che la frase è una citazione letterale, e sia il tempo verbale (“am going”) che i pronomi (“I”) rimangono invariati.

2. Cos’è il discorso indiretto?

Il discorso indiretto, noto anche come reported speech, è un modo per riferire ciò che qualcuno ha detto senza citare le sue parole esatte. Invece di usare le virgolette, il parlante parafrasa ciò che è stato detto, il che implica modifiche grammaticali come la regolazione dei pronomi, dei tempi verbali e, in alcuni casi, delle espressioni di luogo e tempo.

Questo metodo è utile quando non è necessario ripetere esattamente ciò che è stato detto, ma si vuole trasmettere l’idea generale della conversazione. Il discorso indiretto è comune in situazioni formali come relazioni, notizie e comunicazioni professionali.

Esempio:

  • Indiretto: John said that he was going to the store.

In questo caso, la struttura della frase cambia: il pronome “I” diventa “he” per riflettere il soggetto di cui si sta parlando, e il tempo verbale cambia da presente continuo (“am going”) a passato continuo (“was going”), come tipico nel discorso indiretto.


3. Principali cambiamenti nel passaggio dal discorso diretto a quello indiretto

Quando si passa dal discorso diretto a quello indiretto, è necessario apportare alcune modifiche per garantire che la frase sia grammaticalmente corretta. Questi cambiamenti includono la modifica dei pronomi, dei tempi verbali, delle espressioni di luogo e tempo, nonché la struttura delle domande e degli ordini.

3.1. Modifiche ai pronomi

Uno dei cambiamenti più evidenti e frequenti quando si converte una frase da discorso diretto a indiretto riguarda l’adattamento dei pronomi. Nel discorso diretto, i pronomi rimangono invariati, mentre nel discorso indiretto devono essere cambiati per riflettere chi riporta il discorso.

Esempio:
  • Diretto: He said, “I will call you.”
  • Indiretto: He said that he would call me.

In questo esempio, il pronome “I” diventa “he”, e “you” diventa “me”, per adattarsi alla prospettiva del narratore.

3.2. Modifiche ai tempi verbali (Backshifting)

Uno dei cambiamenti più importanti nel passaggio dal discorso diretto a quello indiretto è la regolazione dei tempi verbali. Nel discorso indiretto, i verbi tendono a spostarsi indietro di un tempo (backshifting), soprattutto quando il verbo della frase introduttiva è al passato.

Presente al passato:
  • Diretto: She said, “I am tired.”
  • Indiretto: She said that she was tired.

Qui, il verbo al presente “am” diventa “was” nel discorso indiretto.

Futuro a condizionale:
  • Diretto: He said, “I will help you.”
  • Indiretto: He said that he would help me.

Il futuro “will” si trasforma nel condizionale “would” per adeguarsi alla narrazione al passato.

3.3. Cambiamenti nelle espressioni di luogo e tempo

Oltre ai pronomi e ai verbi, anche le espressioni di luogo e tempo possono dover essere modificate nel discorso indiretto. Ciò è particolarmente rilevante quando la conversazione originale è avvenuta in un momento o in un luogo diverso da quello in cui si sta riportando.

Esempi comuni di cambiamenti nelle espressioni di luogo e tempo:
  • nowthen
  • todaythat day
  • tomorrowthe next day
  • herethere
Esempio:
  • Diretto: She said, “I will meet you here tomorrow.”
  • Indiretto: She said that she would meet me there the next day.

In questo caso, “here” diventa “there” e “tomorrow” diventa “the next day” per adattarsi al nuovo contesto temporale e spaziale.


4. Reporting verbs (verbi introduttivi)

I reporting verbs, o verbi introduttivi, sono fondamentali nel discorso indiretto, poiché introducono la citazione riportata e forniscono un contesto aggiuntivo sul tipo di comunicazione che ha avuto luogo (se si tratta di un’affermazione, domanda, suggerimento, ecc.). Il verbo più comune è “said”, ma ne esistono molti altri che possono essere usati a seconda della sfumatura che si vuole aggiungere.

Esempi di reporting verbs:

  • say (dire)
  • tell (dire, raccontare)
  • ask (chiedere)
  • suggest (suggerire)
  • claim (affermare, sostenere)
  • advise (consigliare)

A seconda del verbo introduttivo utilizzato, la struttura della frase può variare. Alcuni verbi, come “advise” o “suggest”, spesso richiedono l’uso dell’infinito o del congiuntivo.

Esempio:
  • Diretto: “You should finish your homework,” the teacher said.
  • Indiretto: The teacher advised me to finish my homework.

In questo esempio, il verbo “advise” introduce un consiglio, e la struttura cambia con l’uso dell’infinito “to finish”.


5. Le domande nel discorso indiretto

Le domande richiedono particolare attenzione quando vengono trasformate in discorso indiretto, poiché la struttura della frase cambia significativamente. Esistono due principali tipi di domande in inglese: le Yes/No questions (domande chiuse) e le Wh-questions (domande aperte), e ognuna di esse ha una propria struttura nel discorso indiretto.

5.1. Yes/No questions

Le domande chiuse, che si rispondono con “sì” o “no”, nel discorso indiretto sono solitamente introdotte da “if” o “whether”.

Esempio:
  • Diretto: “Are you coming to the party?” he asked.
  • Indiretto: He asked if I was coming to the party.

Nel discorso indiretto, il punto interrogativo scompare e la frase assume una struttura simile a una dichiarazione.

5.2. Wh-questions

Le domande aperte, che iniziano con “what”, “where”, “when”, “why”, “who” o “how”, mantengono la parola interrogativa nel discorso indiretto, ma la struttura della frase diventa dichiarativa.

Esempio:
  • Diretto: “Where do you live?” she asked.
  • Indiretto: She asked where I lived.

Qui, il pronome interrogativo “where” viene mantenuto, ma la struttura della domanda diventa una frase affermativa.


6. Comandi e richieste nel discorso indiretto

I comandi, gli ordini e le richieste vengono riportati nel discorso indiretto utilizzando l’infinito. Invece di usare l’imperativo, che è comune nel discorso diretto, si utilizza una costruzione con “to” seguito dal verbo all’infinito.

Esempio:
  • Diretto: “Close the door,” he said.
  • Indiretto: He told me to close the door.

In questo caso, l’imperativo “Close the door” diventa “to close the door”, una struttura tipica per riportare richieste e ordini.


7. Modifica dei verbi modali nel discorso indiretto

Anche i verbi modali subiscono cambiamenti quando vengono trasformati nel discorso indiretto. Alcuni dei modali più comuni includono “can”, “may”, “must” e “will”. Questi modali si trasformano in base alle regole del backshifting nel discorso indiretto.

  • cancould
  • maymight
  • musthad to
  • willwould
Esempio:
  • Diretto: “I can help you,” he said.
  • Indiretto: He said that he could help me.

In questo esempio, il modale “can” cambia in “could”, come parte della trasformazione nel discorso indiretto.


8. Casi speciali ed eccezioni

In alcuni casi, le regole del backshifting non si applicano. Ciò avviene quando il contenuto della dichiarazione è un fatto universale o qualcosa che rimane vero nel presente. In questi casi, il tempo verbale può rimanere invariato.

Esempio:
  • Diretto: “The sun rises in the east,” he said.
  • Indiretto: He said that the sun rises in the east.

Poiché questa è una verità universale, il tempo presente “rises” non cambia nel passaggio al discorso indiretto.


9. Uso del discorso indiretto in diversi contesti

Il discorso indiretto viene utilizzato in una vasta gamma di contesti. È particolarmente utile in situazioni formali o quando si riportano conversazioni lunghe o complesse. Nei media, nei rapporti accademici e nell’ambiente lavorativo, il discorso indiretto è uno strumento indispensabile per trasmettere informazioni in modo chiaro e preciso.


Conclusione

L’uso corretto del discorso diretto e indiretto è essenziale per padroneggiare l’inglese, soprattutto nella comunicazione formale e scritta. Mentre il discorso diretto implica ripetere esattamente ciò che è stato detto, il discorso indiretto richiede modifiche alla struttura grammaticale per adattarsi al contesto di chi riporta l’informazione. Questi cambiamenti includono la modifica di pronomi, tempi verbali, espressioni di luogo e tempo, nonché la ristrutturazione di domande e ordini.

Per gli studenti di inglese, imparare queste regole e applicarle correttamente consentirà di migliorare sia l’espressione scritta che quella orale. La pratica costante e l’attenzione ai dettagli nel passaggio dal discorso diretto a quello indiretto sono fondamentali per raggiungere una comunicazione efficace e fluente in inglese.

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Strategie di studio e miglioramento (A1–A2) Leggere testi elementari in norvegese: brevi articoli, storie per bambini, cartelli informativi. Imparare il vocabolario: concentrarsi su parole di uso quotidiano (cibo, casa, mezzi di trasporto, professioni, tempo atmosferico). Esercitarsi con la scrittura: tenere un diario in norvegese può aiutare a consolidare la capacità di esprimere azioni e descrizioni semplici. Prestare attenzione all’ortografia: in norvegese, alcune lettere e combinazioni come “kj”, “sj”, “skj”, oppure la distinzione tra “å” e “og” possono creare confusione. Farsi correggere: se hai la possibilità, chiedi a un insegnante o a un madrelingua di correggere i tuoi testi. Usare dizionari e risorse online: ma con moderazione, perché il rischio di tradurre frasi intere può portare a errori di contesto. L’importanza di un corso di preparazione Pur potendo studiare in modo autonomo, affidarsi a un corso specializzato offre molti vantaggi: Docenti esperti che conoscono in dettaglio i criteri di valutazione della Norskprøven. Materiale mirato sulle tipologie di testo richieste (messaggi, descrizioni, narrazioni). Simulazioni d’esame: per abituarsi alle tempistiche e alle consegne reali. Feedback immediato su errori di ortografia, strutture grammaticali e lessico. Se cerchi un corso di qualità, puoi iscriverti al programma di preparazione proposto dalla NLS Norwegian Language School. Lì troverai lezioni mirate, esercizi pratici e un supporto didattico efficace. Ricorda di visitare il sito NLS Norwegian Language School per maggiori informazioni su orari, costi e modalità (online o in presenza). Un buon corso può davvero accelerare il tuo apprendimento e prepararti al meglio per l’esame. Errori comuni da evitare Frasi senza verbo: in norvegese, anche se brevi, le frasi richiedono un verbo coniugato (“Jeg bor i Oslo”, non “Jeg i Oslo”). Posizionamento scorretto di “ikke”: spesso il “non” va dopo il verbo coniugato (“Jeg spiser ikke kjøtt”). Uso inesatto di preposizioni: “på”, “i”, “til” possono creare confusione se tradotti letteralmente dall’italiano. Confusione con i generi: in norvegese esistono generi e forme di determinazione che non sempre corrispondono all’italiano. Mancanza di coesione: passare da un’idea all’altra senza connettivi. A2 richiede almeno un minimo di logica sequenziale. Suggerimenti pratici prima dell’esame Organizza il tuo tempo: nella prova scritta, suddividi il tempo a disposizione in base alla lunghezza di ciascuna consegna. Rispondi a tutte le parti: anche se brevemente, meglio un testo breve che uno mancante. Rileggi: se ti avanza qualche minuto, controlla eventuali errori di ortografia o frasi troppo contorte. Focalizzati sul compito: non scrivere informazioni fuori tema, rischieresti di perdere punti di coerenza. Mantieni la semplicità: meglio fraseggi chiari e lineari che tentare costruzioni troppo complesse e imprecise. Come un corso può aiutarti a vincere l’ansia d’esame Un corso ben strutturato, come quello offerto dalla NLS Norwegian Language School, non solo ti aiuta a migliorare la produzione scritta, ma ti sostiene anche dal punto di vista psicologico: Esercitazioni in aula che simulano le tempistiche e il contesto dell’esame. Condivisione di strategie con altri studenti, per trovare soluzioni comuni alle stesse difficoltà. Supporto motivazionale: gli insegnanti sanno come incoraggiare e correggere in modo costruttivo. Conclusione La parte scritta della Norskprøven per i livelli A1–A2 può sembrare impegnativa, ma con una preparazione mirata e un’attenzione costante ai dettagli fondamentali (vocabolario quotidiano, frasi semplici ma corrette, ortografia di base e posizionamento di elementi chiave) è assolutamente alla portata di tutti. L’importante è capire quali sono i criteri di valutazione e lavorare specificamente su di essi. Per accelerare i progressi ed evitare di commettere errori ricorrenti, investi in un corso di preparazione di qualità: la NLS Norwegian Language School offre programmi specializzati pensati proprio per la Norskprøven. Dalla descrizione di immagini, alla stesura di messaggi brevi, fino al racconto di situazioni quotidiane, sarai guidato passo dopo passo. Ricorda sempre che l’obiettivo, specialmente ai livelli A1–A2, non è la perfezione assoluta, bensì la capacità di comunicare un messaggio chiaro e di essere in gran parte comprensibile a un interlocutore norvegese. Con un po’ di costanza e il giusto supporto, riuscirai a ottenere il livello che desideri e avvicinarti sempre di più alla padronanza della lingua norvegese.